ANTIFRAGILITY LAB /

Progetto

Diari dell'Adriatico

Passati prossimi e futuri plurali tra Albania, Croazia e Italia

#transitioningSpaces
Periodo

2024 / 2025

Coordinamento

Simonetta Armondi, Agim Kërçuku

Gruppo di ricerca

Beatrice Galimberti; Chiara Nifosì; Luka Skansi

Periodo

settembre 2024 / settembre 2025

Partner

Albania: National Territorial Planning Agency; Municipality of Elbasan; Municipality of Tirana; Intbau Albania; UrbanLab. Croatia: Architectural heritage superintendence for Istria and the Kvarner, Rijeka; Deltalab Centre for Urban Studies, University of Rijeka. Italy: Polytechnic of Bari. Slovenia: Superintendent of the architectural heritage of the region Primorska Nova Gorica

Partendo da impianti petroliferi e industriali in Albania, Croazia e Italia, la ricerca esplora territori dimenticati e contesi, indagandone fragilità e piccole “scintille” di antifragilità attraverso una lente decoloniale.

Pubblicazioni

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I processi storici di urbanizzazione e sfruttamento capitalistico delle risorse, insieme all'organizzazione geopolitica ereditata, alimentano le narrazioni dominanti legate allo sviluppo economico e industriale contemporaneo. Queste narrazioni distinguono ciò che è fragile da ciò che non lo è attraverso omissioni e dimenticanze. La ricerca esplora i concetti di “perduto” e “territorio” concentrandosi su due aree: la prima tra Italia e Albania (Puglia-Mare Adriatico-Albania centrale), con relazioni coloniali passate ancora visibili; la seconda sulla frontiera orientale tra Italia e Croazia (Trieste-Fiume-Gorizia), dove le culture e le etnie adriatiche si sono sovrapposte nel tempo. Adottando una prospettiva decoloniale, la ricerca esamina territori dimenticati (Albania) e contesi (Istria e Dalmazia) partendo dall'Adriatico, analizzando la colonizzazione e le rappresentazioni per riorientare l'attenzione su questi spazi. Gli impianti petroliferi e industriali servono come punto di partenza per comprendere lo sfruttamento di terra e acqua. Il progetto vuole descrivere criticamente i territori identificati attraverso diari di viaggio, mappe e microstorie che intercettino tanto alcune delle fragilità di questi territori quanto delle “scintille” di antifragilità (piccole pratiche che fanno leva sulle fragilità di quei territori e generano opportunità). 

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